A Varese i giovani credono nell’agricoltura

L’agroalimentare può essere leva per uscire dalla crisi, ma è fondamentale dare giusto rilievo al mondo agricolo locale ed investire sul territorio per superare le fragilità presenti: ci credono i giovani del Varesotto che vedono nell’agricoltura e nel comparto agrituristico un mondo “ampio e diversificato, dove è possibile sviluppare competenze e che, da inizio pandemia ad oggi, ha mostrato tutta la sua centralità e capacità di adattamento agli scenari più complicati”. Lo afferma il presidente di Coldiretti Varese, Fernando Fiori, a margine dell’indagine che rivela come, per i ragazzi delle province del settentrione lombardo, l’agricoltura sia annoverata tra i settori di maggior attrattività per la costruzione di una ripresa.

Oltre il 30% dei nostri giovani – evidenzia Coldiretti Varese – vede nelle professioni e nell’imprenditoria rurale un buono sbocco lavorativo per la capacità di dare soddisfazioni e di trasformare una passione in opportunità di vita e lavoro.

“L’agroalimentare, rappresenta ormai la prima vera ricchezza del Paese, oltre ad una possibilità concreta di futuro per molti giovani, che può permettere di contrastare la fuga verso l’estero alla ricerca di un’occupazione. Attrattiva che, a livello nazionale trova conferma nel balzo del 14% registrato nel 2020 di imprese condotte da under 35 rispetto a cinque anni fa, in netta controtendenza con l’andamento generale (dati Coldiretti/Ixè) . Il risultato è che oggi, in Italia, 1 impresa su 10 condotta da giovani svolge una attività rivolta all’agricoltura e allevamento per garantire la disponibilità di alimenti sani e di qualità alle famiglie italiane in un momento drammatico per l’economia e l’occupazione”.

Anche nella nostra provincia – rimarca il delegato di Coldiretti Giovani Impresa Varese Enrico Montonati – è in atto un cambiamento epocale “con il mestiere della terra che sta diventando la nuova strada del futuro per le giovani generazioni anche in una provincia che soffre il fenomeno della cementificazione, che nei decenni ha sottratto un’ampia disponibilità di terreno agricolo. Ciononostante, ai molti under 40 che continuano l’attività di famiglia, si affiancano i nuovi insediamenti di giovani che affrontano un radicale cambio vita, scegliendo l’attività agricola per il proprio futuro e in molteplici campi, che peraltro oggi riflettono un forte spirito di innovazione”.

I settori di insediamento sono molteplici, dall’allevamento, alla floricoltura, alla coltivazione di piccoli frutti solo per citarne alcuni: la rinnovata attrattività della campagna per i giovani si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia il settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo.

Infatti se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità.

“Per loro e per tutti quelli che hanno permesso di difendere e valorizzare al meglio la nostra agricoltura – conclude il presidente Fiori – è ora più che mai necessario investire in questo settore strategico per far ripartire l’Italia. Il Recovery Plan, ad esempio può rappresentare, anche per il nostro territorio, la decisa svolta per traghettare l’agroalimentare e il florovivaismo verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale, che rappresentano l’obiettivo degli stessi fondi comunitari. È necessario superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare italiana, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali, investire nelle infrastrutture e sostenere le imprese in difficoltà. Le nostre imprese anche in tempo di pandemia, non si sono mai fermate per continuare a garantire generi alimentari a tutti i cittadini, ma in un momento così difficile è fondamentale sostenerne il lavoro e con esso, l’economia e l’occupazione sul territorio”.

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